“Ma là dove c’è il pericolo Cresce anche ciò che salva.”
F. Hölderlin, Patmos
Immagina la voce calda del comandante che ti rassicura attraverso il microfono di bordo.
Sei sospeso in cielo eppure ti fidi:di lui, di leggi della fisica che non conosci, perfino di te stesso in caso di necessità.
Immagina la voce soave di tua madre quando ha infine staccato le mani dalle tue spalle per sospingerti con delicatezza: a camminare, pedalare, pattinare.
L’anestesista subito dopo averti collegato al flusso del liquido che ti stordirà, prima di suggerirti il conto alla rovescia che non finirai.
La persona che più ti è vicina, esattamente nel momento in cui ne avrai bisogno, per sfiorarti il braccio e sussurrare quella parola.
Immaginala detta così, in modo non imperativo né perentorio: una carezza d’ordine, un viatico per il futuro, il tuo vero passaporto per la vita.
Per essere la donna o l’uomo che, in un pomeriggio disperso dell’infanzia, in un cortile senza voci, leggendo un fumetto, hai desiderato diventare, non sempre, ma quando avrebbe contato: aprire il portellone d’emergenza, cedere il posto nella scialuppa di salvataggio, alzare la testa.
E, a tua volta, avvicinarti a qualcun altro e dirglielo, con la stessa voce che si tramanda e ci sostiene, anche adesso, così: CORAGGIO!
Tratto dal libro “Coraggio” di Gabriele Romagnoli