E lui fiorisce come ogni anno, rigoglioso, profumato e sempre più bello.
Ogni primavera, incurante di ogni cosa, si risveglia e torna a donarci i suoi colori tenui, ma intensi.
Fa capolino nel nostro giardino resistendo a rigidi inverni e torride estati.
Con le sue costanti fioriture ci insegna e ci ricorda l’importanza di andare avanti, sempre e comunque. Non importa quello che succede intorno, la sua missione è tornare a fiorire per donare ai nostri occhi la gioia di ammirare i suoi colori, ai nostri nasi di sentire il suo dolce profumo, alle nostre orecchie di sentire il ronzio delle api e dei bombi che popolano e suoi rami e si nutrono del suo prezioso nettare.
Il nostro glicine, che nostro non è. Non ci appartiene. Vive nel nostro giardino, libero di andare dove meglio crede.
Lui che resiste alle nostre selvagge potature e nonostante i nostri errori torna sempre più bello che mai. Lui che trae beneficio dal nostro amore, seppur qualche volta sconsiderato.
Lui, sempre un po’ scapigliato e scompigliato, proprio come noi.
Ci assomigliamo noi e il nostro glicine.
Lui che vive questo luogo da più tempo di tutti noi qui presenti. Ha visto tante persone arrivare, tante andare via. Ha assistito a feste, litigi, scherzi, funerali, matrimoni, cresime, battesimi e anche prime comunioni.
Lui testimone di un luogo che a volte sembra abbandonato, non curato, dimenticato eppure così pieno di vita; nonostante abbia visto tanta morte.
Morte fisica, ma anche e soprattutto dell’anima.
Il nostro glicine dalle salde radici e dal resistente tronco.
Il nostro glicine dai fragili fiori e dai piccoli rami.
Il nostro glicine dai mille intrecci.
Mi avevano chiesto di scrivere di questo luogo, di questa casa e la prima immagine arrivata dal cuore è stata il salone e il suo grande tavolo di legno che ci ha sempre raccolti attorno a lui.
Avevo scritto anche del nostro giardino, altro pezzo insostituibile della nostra storia, della nostra vita.
Oggi la mia attenzione si è posata sul glicine.
L’ho sempre visto, spesso ammirato, eppure solo adesso lo contemplo davvero.
In queste ultime settimane riesco a cogliere la sua storia tanto simile e collegata alla nostra.
Questo glicine, piantato da chissà chi che continua a crescere.
Rami che si intrecciano.
Il vecchio che sostiene il nuovo.
Radici stabili che rimangono, ma pronte a far germogliare nuove ramificazioni.
Fiori splendidi destinati ad appassire.
Rami spogli pronti a rifiorire.
Radici fisse che consentono di trarre nutrimento per poter continuare a vivere.
Fronde incontenibili, che non vogliamo contenere, libere di ramificarsi per andare lontano.
Tagli dolorosi e necessari per una nuova vita.
Glicine, testimone silenzioso di storie importanti, cuore pulsante della nostra casa, maestro di vita.
Un ringraziamento a Manuela Tranchese autrice dei versi e all’equipe e agli ospiti della casa alloggio Quintosole per la coesione mostrata in questo difficile momento per tutti.