cica-messaggio-1-agosto-2024

UN’ACCOGLIENZA CHE NASCE DA UN DIRITTO DI CITTADINANZA
La responsabilità più grande che sento è quella di esprimere un’accoglienza che nasce da un diritto di cittadinanza che riconosciamo a tutti, dalla volontà di essere vicini a chi fa più fatica di altri, per cui agli ospiti che accogliamo sento di dover essere onesto con loro: “in questo ci siamo, possiamo accompagnarti, in questo facciamo più fatica e non sei te che non funzioni.”
La fatica con gli ospiti, è quella di tenere sempre presente che noi non abbiamo risposte di vita da dare a nessuno. La fatica è quella di inventarci ogni volta un progetto di vita, è quella di non impormi con quello che a me piacerebbe che quell’ospite facesse, vivesse, funzionasse e pensasse. La fatica è quella di accettare che lui esprima quello che è che al di là di quello che possiamo fare lui possa dire:” No grazie” ed è legittimo che lo dica.
Che lui possa non riconoscersi in quello che pensiamo sia buono per lui. Quando dico non prendiamoli in giro intendo proprio questo, perché questo è il senso della fatica. Non abbiamo risposte da dare a nessuno, che non siano quelle che troviamo insieme, questo vale anche nei confronti degli operatori.
La fatica che chiedo all’operatore è che impari ad essere flessibile in una relazione di aiuto, di essere capace di cambiare continuamente così come cambiano gli ospiti.
Ecco perché non abbiamo mai cercato operatori che per forza avessero un certo titolo o una certa professionalità, cerchiamo persone che siano mobili dentro. Abbiamo fatto più fatica con gli
psicologi strutturati che non con i periti agrari, anche se, abbiamo trovato molte risorse in psicologi strutturati, che però erano capaci di questa flessibilità.
‘Liberi pensieri’ di Paolo Pierucci, cofondatore con Don Gianfranco Gaudiano di Casa Moscati del Ce.I.S. di Pesaro e cofondatore del CICA